Istituto Xavier di Istruzione Superiore, Salem Center. North Salem Town, Contea di Westchester, NY.

 

È una giornata come tante in una scuola che è diversa da tutte le altre.

Fondato da Charles Francis Xavier tanti anni fa, quando le cose sembravano più semplici, l’Istituto Xavier di Istruzione Superiore, un tempo Scuola Xavier per Giovani Dotati, ospita una scolaresca del tutto particolare: quel ramo dell’evoluzione umana oggi noto come Homo Sapiens Superior o, più colloquialmente, mutanti.

Lo scopo principale di questa istituzione è insegnare ai suoi allievi a controllare i loro poteri straordinari e ad usarli responsabilmente, compito non sempre facile perché, dopotutto, mutanti o meno che siano, bambini ed adolescenti sono tutti uguali.

La ragazza che entra nell’aula ha un’espressione indecifrabile sul volto. A vederla non le si darebbe più di 14 anni, un fisico che comincia a sbocciare.

Alle sue spalle quattro figure storiche dell’Istituto: la Dottoressa Jean Grey, lunga chioma rossa, oggi Direttrice Esecutiva della Fondazione Xavier, Henry McCoy, aspetto animalesco e pelo blu, Preside, Scott Summers, capelli castani, sguardo tetro e occhiali dalle spesse lenti rosse, decano del Corpo Insegnante e Logan, semplicemente Logan, Canadese, basso, brutto carattere, strana capigliatura, insegnante di Educazione Fisica ed enigma.

È il professor McCoy a prendere  la parola dopo essersi schiarito la voce:

-Ragazzi, vi presento Laura, resterà con noi per molto tempo.-

E a vederla, si direbbe che la prospettiva non la entusiasmi affatto.

 

 

# 41

CHI È X-23?

 

Di Carlo Monni

(sostegno morale di Mickey)

 

 

Istituto Xavier, Stanza del Pericolo.

 

La grande tenuta che è stata la casa di generazioni della famiglia Xavier non è solo la sede di una delle più esclusive scuole private della Nazione, ma è anche la sede principale di uno dei più antichi e famosi gruppi di supereroi: gli X-Men. La squadra residente, guidata con piglio ed energia da Scott  Summers, alias Ciclope, ha visto di recente il ritorno di tre membri assenti da tempo: Ororo Munroe, pelle color caffè lunghi capelli bianchi, in grado di controllare il tempo atmosferico, la chiamano Tempesta; Elizabeth “Betsy” Braddock, autentica figlia delle Isole Britanniche nonostante il suo corpo sinuoso e curvilineo sia quello di una ragazza giapponese, e infine c’è lui: Logan, ovvero Wolverine, il basso ed irascibile mutante canadese.

Insieme al resto della squadra si stanno sottoponendo ad una delle abituali sessioni di allenamento in quella che chiamano Stanza del Pericolo: un esercizio apparentemente molto semplice ovvero attraversare la stanza da parte a parte e premere un pulsante accanto all’uscita.

Ovviamente le cose non sono così semplici: ci sono ostacoli spesso imprevedibili da superare e sono decisamente duri anche per chi è dotato di superpoteri.

-Avete un minuto da… adesso!- scandisce Ciclope dalla sua postazione di controllo.

Tempesta vola scansando dei pali che escono dal pavimento e dalle pareti formando un reticolo che rischia di bloccare tutti gli altri.

Psylocke salta e con la grazia di una ginnasta olimpionica evita, scansa, passa tra gli spazi liberi compiendo agili capriole.

Wolverine non si preoccupa di sottigliezze: sguaina gli artigli e distrugge qualunque cosa incontri sulla sua strada.

Ancora dal pavimento e dalle pareti escono delle bocche da fuoco che cominciano a sparare all’impazzata.

L’agilità e l’esperienza di quasi tutti i partecipanti all’esercizio permettono loro di evitare i colpi. I proiettili s’infrangono senza danno sul corpo corazzato di Colosso. Wolverine… beh, quando cade, è abituato a rialzarsi.

L’urlo di Banshee mette fuori uso parte delle armi ed il resto è sistemato da un paio di fulmini ben assestati di Tempesta.

-Stop!- ordina Ciclope.

Scende dalla sua postazione e si rivolge alla squadra:

-Ve la siete cavata bene. Tuttavia… Wolverine sei troppo irruento e fai troppo affidamento sul tuo fattore di guarigione. Se un giorno dovessi, per qualche motivo, trovartene privo…-

-Sei sempre il solito rompiscatole, Summers.- ribatte, secco, Logan -Se mai dovesse accadere, me la caverei in qualche altro modo, come ho già fatto in passato.-

Detto questo, il mutante canadese esce dalla stanza sbattendo la porta.

-Certe cose non cambiano mai, vedo.- commenta Scott Summers.

-Non ha mai avuto un bel carattere ma non posso biasimarlo di questi tempi.- interviene Banshee -So bene cosa si prova nello scoprire di avere una figlia già grande di cui non sospettavi nemmeno l’esistenza. Ci sono passato con Theresa.-[1]

-E lo dici a me, Sean? Credo di avere il record dei figli spuntati da chissà dove. Potrei scriverci un libro e magari sarebbe anche un best seller.-

-Non ci posso credere|- esclama Sean Cassidy -Hai forse provato a fare una battuta di spirito?-

-Non dirlo in giro: rovinerebbe la mia immagine.- replica Scott abbozzando un sorriso.

 

 

Altrove.

 

La donna riflette seduta su una comoda poltrona di pelle nera e con le dita delle mani intrecciate davanti al mento.

Quando ha, per così dire, ereditato la supervisione del Progetto X dai suoi predecessori, sapeva che si sarebbe arrivati a questo prima o poi. Com’è che diceva Abraham Lincoln? Puoi ingannare tutti per qualche tempo, puoi ingannare qualcuno per sempre ma non puoi ingannare tutti per sempre. Ora che gli X-Men sanno di X-23 si staranno facendo domande sulla sua origine, specialmente Wolverine.

La ragazza non può dire molto ma quel poco che sa basterà per indicare loro la via e passo dopo passo arriveranno alla verità.

I tentativi di recuperare X-23 sono miseramente falliti e quindi non resta che un’unica opzione: eliminare ogni traccia, ogni testimone prima che lo trovino gli X-Men.

Si sistema davanti al computer e attiva un collegamento.

 

 

Campus dell’Istituto Xavier.

 

La nuova venuta siede all’ombra di un albero con la testa bassa, immersa in chissà quali pensieri, quando viene avvicinata da altre due ragazze più o meno della sua età. Una ha i capelli castani con riflessi ramati e l’altra ha i capelli biondi annodati a coda di cavallo. Guardandole si noterebbe una certa somiglianza e non sarebbe sorprendente visto che entrambe appartengono alla sterminata famiglia Guthrie.

-Ciao.- la saluta quella castana -Tu sei Laura, vero? Io sono Melody e lei è mia sorella Elizabeth. È in classe con te. Anche noi siamo qui da poco. Bel posto, vero? Nostro fratello ce l’aveva detto. È Cannonball, lo conosci? Un’altra nostra sorella è già negli X-Men, la chiamano Husk. Un giorno forse anche noi saremo X-Women.-

Melody Guthrie ha parlato a mitraglia poi si ferma come se si rendesse  conto solo ora che l’altra ragazza non ha nemmeno alzato la testa.

Ne approfitta sua sorella per fare una domanda:

-È vero che sei figlia di Wolverine?-

La ragazza solleva la testa inarcando le sopracciglia poi, senza dire una parola, fa un movimento col polso e ne escono due artigli metallici ricurvi.

Prima che le due sorelle Guthrie possano dire qualcosa, vedono avvicinarsi proprio Wolverine ed istintivamente si scansano per farlo passare. Lui le ignora e si rivolge alla sua presunta figlia:

-Vieni con me, Laura. Dobbiamo parlare.-

Lei lo fissa per un attimo poi, sempre in silenzio, si alza e lo segue.

-Una vera chiacchierona eh?- commenta Melody.

 

 

Università della California, Berkeley, Contea di Alameda, California.

 

Il Professor William Graves entra nel suo ufficio nell’Istituto di Biologia Molecolare e Cellulare del College di Lettere e Scienze. Come sempre le tapparelle sono abbassate e la stanza è immersa nella penombra. Graves si chiude la porta alle spalle e solo allora si rende conto di non essere solo. Una consapevolezza che arriva troppo tardi. Un braccio robusto gli stringe il collo mentre una voce che riemerge dagli abissi della memoria gli dice:

-Spiacente, è solo lavoro.-

Un attimo dopo nella stanza echeggia il suono del suo collo che si spezza.

 

 

Istituto Xavier, ufficio del Preside McCoy.

 

Wolverine è in piedi vicino alla finestra apparentemente impassibile ma chi lo conosce bene sa quanto sia teso in realtà. Stando ai test genetici, la ragazzina seduta davanti alla scrivania è sua figlia ma lui non ricorda nemmeno di aver conosciuto sua madre. Quando è stato sottoposto all’esperimento Arma X, e forse anche prima, hanno pasticciato con la sua mente privandolo dei suoi ricordi ed inserendone di nuovi e fasulli. Ora non è più certo di ciò che è vero e ciò che è falso. Nel periodo in cui Laura è stata concepita, lui era da poco scappato da Arma X e questo lo riporta alla sensazione che quel maledetto posto abbia molto a che fare con la ragazzina in questione.

-Ti abbiamo concesso abbastanza tempo per rimetterti in sesto e acclimatarti, Laura…- sta dicendo con voce pacata Hank McCoy -… ma adesso è ora che tu ci dica tutto quello che sai.-

-In altre parole, bimba…- interviene Wolverine -… chi sei veramente e da dove vieni?-

-Calma, Logan, dalle il tempo di rispondere. Allora, Laura, cosa hai da raccontarci?-

Lei fissa Wolverine con aria di sfida e risponde:

-Non molto. Mia madre si chiama... si chiamava Sarah, di mio padre non ho mai saputo niente e lei non ne ha mai voluto parlare.- un altro sguardo a Logan -Non ha mai voluto rispondere alle mie domande su di lui. Solo Kimura[2] me ne ha parlato una volta.-

-E che ti ha detto?-

-Che era il migliore in quel che faceva e che quel che faceva non era molto piacevole, poi ha aggiunto che io ero come lui: un’assassina nata.-

Wolverine è scosso da un fremito.

-Che vuoi dire?- chiede -E chi è Kimura? Perché era così interessata a te?-

-Era la mia istruttrice e la mia guardiana. Mi ha insegnato a combattere e uccidere. È stato durante una sessione di allenamento che mi ha detto quelle cose di te. Ha detto che l’istinto del killer ce l’avevo nel sangue.-

Logan ha un altro brivido mentre le implicazioni di quello che Laura sta dicendo lo colpiscono come una frustata.

-Ti hanno addestrata per essere la loro assassina. Da quando?-

-Da quando sono nata. Mi hanno detto che era per quello che ero stata creata.-

-Creata?- borbotta Hank.

-Così diceva il capo, il Dottor Rice. A parte quando mia madre mi faceva studiare, allenarmi per quello era la sola cosa che facevo e Kimura era sempre pronta a punirmi se sbagliavo. Ci godeva a farlo quella vacca.-

Nessuno commenta l’epiteto.

-Tua madre era una scienziata non è vero?- insiste Hank -Cosa sai del suo lavoro?-

-Ero io il suo lavoro. Mi faceva dei test e ne parlava con gli altri scienziati. Loro erano molto soddisfatti ma lei sembrava sempre triste .-

-Perché Kimura ti ha chiamato X-23?- interviene Ciclope.

-Ci sono stati 22 tentativi prima di me ma io sono stata l’unico successo.-

La Bestia scuote il capo. Comincia a capire molte cose e nessuna gli piace.

-Com’è che sei finita a New York?- chiede ancora Logan.

-È stata mamma a dirmi di farlo: mi ha fatto scappare e mi ha detto di cercarti qui.-

-Qui? Ma…-

-Non c’era nessuno e tutto era in rovina.[3] Allora sono andata a New York ma non sapevo dove cercarti. Poi mi ha trovato Zebra Daddy e sono finita a lavorare per lui.-

-Lavorare? Ti ha fatto fare la prostituta quel bastardo. Lo affetterei volentieri.-

-Il posto dove ti tenevano…- chiede Ciclope -… pensi di poterci indicare dov’è?-

Lei ci pensa un po’ su, poi risponde:

-Non credo di saperlo trovare su una cartina ma posso portarvi lì.-

-E allora fallo.- replica Wolverine - Non vedo l’ora di dare una lezione a quegli schifosi bastardi.-

 

 

Un lungo segreto da qualche parte negli Stati Uniti.

 

Il jet punta dritto contro la parete rocciosa senza rallentare. Agli occhi di un eventuale osservatore lo schianto sembra inevitabile poi, improvvisamente, il fianco della montagna si apre ed inghiotte l’aereo per poi richiudersi subito dopo.

Il jet atterra in un ampio hangar, dove ad attenderlo c’è una specie di comitato di benvenuto composto da un uomo dai capelli bianchi che indossa un costume rosso con rifiniture e mantello porpora. Alla sua destra una donna bionda vestita con corsetto, tanga, stivali con tacco 12, guanti sino al gomito e mantello tutti rigorosamente bianchi. Alle ali estreme: un uomo dai lunghi capelli neri dal costume e mantello scuri e la pelle rossa ed una donna dai capelli rossi che indossa un’aderente tuta bianca ed ha la pelle blu.

-Dal jet escono tre donne, di cui una di colore  ed un uomo col volto coperto da una maschera . Tutti con l’aria un po’ spaesata.

L’uomo in rosso li saluta:

-Benvenuti nel mio rifugio. Sono lieto che abbiate accettato il mio invito.-

-Che avevamo da perdere, Magneto?- ribatte una ragazza dai capelli neri -Personalmente non avevo di meglio da fare.-

-Apprezzo la sua attitudine Miss London.-

-Chiamami pure Lois, ho sempre odiato le formalità.-

-Come desideri Lois. Tu, Miss Vega, Miss Jacobs e Xorn siete le ultime reclute di cui la nostra Confraternita aveva bisogno per iniziare.-

-Iniziare cosa?- chiede la donna di nome Robin  Vega.

È Emma  Frost a rispondere:

-La conquista di una nazione e forse di un impero.-

 

 

Istituto Xavier, hangar sotterraneo.

 

Ciclope guarda i membri della sua squadra. Non sarebbe nel suo stile ammetterlo apertamente ma gli fa piacere riavere con sé Tempesta e perfino Wolverine. Saranno molto utili se le cose si faranno serie.

Cable non è voluto venire. Da quando il virus tecnorganico che lo affligge sin da bambino ha preso il sopravvento durante la missione contro lo Zodiaco,[4] è sempre più distaccato, sempre meno umano. È difficile da credere, visto che grazie ai suoi viaggi nel tempo ora ha almeno vent’anni più di lui, ma è pur sempre suo figlio e Scott non può non preoccuparsi per lui non se c’è qualcosa che può fare per aiutarlo, sperando sia ancora possibile. Dopotutto sa davvero come  si sente Logan ora che ha scoperto di avere una figlia.

Parlando della quale, eccola arrivare con indosso un costume blu scuro attillato che le lascia scoperte le spalle e la pancia. Ai piedi sandali dello stesso colore.

-E quello dove l’hai preso?- le chiede con tono brusco.

-Da un armadio.- replica Laura tranquilla -Tutti voi avete un costume. Ne volevo uno anch’io.-

-E dovevi proprio prenderne uno che ti lascia seminuda?-

-Mi piace.-

Una risatina alle sue spalle spinge Logan a voltarsi.

-Che hai da ridere, Pryde?- apostrofa la sua compagna di squadra.

Kitty Pryde, alias Shadowcat soffoca un’altra risata e replica:

-È che mi fa uno strano effetto vedere te che fai la morale a qualcuno.-

Wolverine stringe i denti e cala le braccia lungo i fianchi coi pugni serrati. Resta silenzioso per qualche istante poi dice:

-Abbiamo perso anche troppo tempo, muoviamoci.-

Entra nel Blackbird ed è subito seguito da Laura.

 

 

Washington D.C.

 

L’uomo esce dal suo ufficio e sale sulla sua auto. Fa per accendere il motore ma non termina mai il gesto. Un artiglio perfora il sedile in pelle su cui è seduto e lo trapassa da parte a parte entrando dalla schiena ed uscendo dal petto.

Il suo assassino scende dall’auto e si allontana.

 

 

In volo verso nord.

 

Il Blackbird SR-77 vola verso la sua destinazione. A bordo la squadra d’intervento rapido degli X-Men integrata da Wolverine e Tempesta e con la presenza di Laura Kinney alias X-23.

Mentre il volo prosegue Ciclope e gli altri sono in videoconferenza con la Bestia, rimasto alla scuola, ed altri tre ospiti d’eccezione: Jasper Sitwell, Direttore del F.B.S.A., Nick Fury, Direttore dello S.H.I.E.L.D. e Valerie Cooper, Assistente del Presidente degli Stati Uniti per gli Affari Superumani.

<<Da quel che sono riuscita a sapere di lei…>> sta dicendo quest’ultima <<Sarah Kinney era ufficialmente nello staff di un progetto del Dipartimento dell’Agricoltura che studiava i cibi transgenici.>>

-Ed ufficiosamente era nello staff di Arma X:- commenta Wolverine.

<<Esattamente. Entrambi i progetti, quello di copertura e quello reale, furono chiusi ed il personale interessato fu trasferito ad altri incarichi o si dimise per lavorare nel settore privato.>>

<<Pensiamo che in realtà abbiano continuato in segreto i loro esperimenti per creare un supersoldato finanziati da… una terza parte interessata ad avere a disposizione un supersoldato personale.>> interviene Sitwell.

<<Ma non noi.>> precisa ancora Valerie <<Il Governo, questo Governo, non usa i bambini come killer, siatene certi.>>

Wolverine fa una smorfia poco convinta.

-In ogni caso, deve essere qualcuno con un bel po’ di soldi e tempo.- commenta Banshee.

<<Noi sospettiamo che dietro possa esserci un’organizzazione su cui stiamo indagando da tempo: il Consorzio Ombra.>> continua Sitwell.

-Mai sentito.- dice Ciclope -Che sarebbe?-

<<Come dice il suo nome, sarebbe un consorzio di uomini e donne di potere di varie nazioni appartenenti alle rispettive èlite politiche, economiche e militari che presumiamo puntino a creare una sorta di governo mondiale occulto.>>

<<Insomma l’incubo dei teorici del complotto divenuto realtà.>> replica Hank McCoy <<Visto che ha detto ” presumiamo”, devo dedurne che non ne sapete granché su di loro.>>

-Tanto per cambiare.- è l’acido commento di Wolverine.

<<Ehm… è vero che ne sappiamo troppo poco del Consorzio Ombra.>> ribatte Sitwell <<Me ne assumo tutte le responsabilità.>>

<< Non essere troppo duro con te stesso, ragazzo.>> interviene Fury con un insolito tono quasi paterno <<Sono certo che hai fatto del tuo meglio e del resto, neanche i miei hanno cavato un ragno da un buco.>>

<<Chiunque siano…>> interviene Hank <<… da quello che ci ha detto Laura mi sono fatto un’idea: credo che dopo la fuga di Logan da Arma X abbiano provato ad usare il suo materiale genetico, prelevato in precedenza, per clonarlo ma per qualche motivo non ci sono riusciti ed alla fine hanno deciso di provare nella vecchia maniera. Sono ricorsi all’inseminazione artificiale. Forse è stata un’idea di Sarah Kinney o forse l’hanno costretta, non lo so.>>

-Ha senso.- commenta Logan -Volevano la loro super arma vivente ad ogni costo e che importava chi ci avrebbe rimesso? Hanno rovinato la sua vita come hanno provato a rovinare la mia.-

Si avvicina alla ragazzina e dopo una breve esitazione le pone le mani sulle spalle.

<<Sai che delusione devono aver avuto quando è nata una bella femminuccia.>> commenta, sarcastico, Nick.

-Certe femminucce sanno essere più letali dei maschietti, Nicky bello.- ribatte Rogue.

<<Lo so benissimo. Ne conosco personalmente parecchie, te compresa , zuccherino.>>

Ci siamo!- li interrompe X-23 -Quella è la Struttura.-

La ragazza indica un complesso di edifici in muratura costruiti lungo il fianco di una montagna.

-È lì che…-

Prima che possa finire la frase, l’intero complesso esplode con fragore.

 

 

Istituto Xavier.

 

Cable è rimasto a guardare l’aereo allontanarsi. Ne ha seguito la traiettoria finché non è scomparso all’orizzonte. Il suo corpo di metallo argenteo risplende al sole ma lui non sente caldo. Ormai è al di sopra delle limitazioni umane.

Non così al di sopra come afferma, però, perché mentre si accoccola nella posizione del loto, la sua essenza astrale si proietta sulla scia del Blackbird.

Le distanze non hanno alcun significato per la mente e così ecco che il corpo astrale di Cable fluttua sopra il Blackbird totalmente invisibile. Alcuni potrebbero chiedersi perché la suddetta proiezione astrale assomigli non a lui com’è ora ma più giovane e libero dal tecno virus, un’immagine idealizzata insomma.

Nathan Christopher Charles Summers non si fa di queste domande. Ascolta con la telepatia i discorsi dei suoi compagni, le loro ipotesi ed elabora le proprie.

Improvvisamente percepisce qualcosa, qualcosa di estraneo e pericoloso ma per chi?

È un missile balistico teleguidato. È armato con una testata convenzionale ma pur sempre in grado di ridurre il Blackbird in cenere e sul Blackbird c’è Scott, suo padre.

Per un decimo di secondo Cable valuta se fermare il missile poi capisce che non è l’aereo il suo bersaglio e l’altro bersaglio per lui è irrilevante.

Il missile piomba sul complesso di edifici sottostanti e la montagna trema.

 

 

Nei cieli sopra il Maine.

 

L’onda d’urto dell’esplosione fa ondeggiare il Blackbird ma Colosso riesce a mantenere l’assetto.

<<Cos’è stato?>> chiede Valerie Cooper dalla Casa Bianca.

<<Una fottuta esplosione, ci scommetto.>> replica Nick Fury dall’Eliveicolo.

-Hanno fatto saltare l’intero complesso.- conferma Ciclope -È rimasto solo un cratere fumante con un po’ di macerie.-

<<Tempismo perfetto.>> commenta Fury masticando un sigaro spento <<Anche troppo perfetto, direi.>>

-Come se sapessero che eravamo sopra il complesso.- concorda Scott -Ma come hanno fatto? Eravamo in modalità stealth, invisibili ad occhio nudo come alle strumentazioni più sofisticate.-

<<Quella gente ha mille risorse.>> replica Jasper Sitwell da Washington.

-Vedremo quanto valgono.- ribatte Ciclope -Banshee, Tempesta, Rogue, uscite e perlustrate la zona. Se c’è qualcuno che ci sta seguendo, voglio saperlo.-

-E se lo troviamo?- chiede Sean  Cassidy.

-Portatemelo. Ci dirà chi lo manda e dove trovarlo.-

-Agli ordini, capo.- replica la mutante sudista.

I tre mutanti in grado di volare escono dall’aereo e si sparpagliano in tre direzioni diverse. Scott si rivolge a Colosso:

-Peter, puoi farci atterrare?-

-Da.- risponde Piotr Nikolaievitch Rasputin -Questo gioiello può atterrare praticamente dovunque.-

-Allora portaci giù. Voglio dare un’occhiata a quel posto, non si sa mai: potremmo trovare qualche indizio prezioso.-

<<Raccogli più che puoi , Scott.>> gli chiede la Bestia <<Voglio esaminare ogni possibile reperto qui in laboratorio.>>

<<Pensi forse di avere attrezzature forensi migliori di quelle dello S.H.I.E.L.D., McCoy?>> lo punzecchia Fury.

<<O dell’F.B.S.A.?>> rincara Sitwell.

<<Non immaginate nemmeno quanto siamo equipaggiati.>> ribatte Hank <<Tuttavia ogni aiuto sarà gradito.>>

<<A proposito di aiuto…>> interviene Valerie <<Vi ho appena trasmesso l’elenco di tutto il personale del Progetto Arma X. Fatene buon uso.>>

-Grazie, Val.- replica Scott -Spero che non avrai grane per questo.-

<<Nessuna grana: ho l’approvazione del Presidente. Ci tiene a scovare quei bastardi che hanno cercato di ucciderlo.[5] Vi farò avere anche una patente temporanea di agenti federali.>>

<<A questo provvederò io.>>

-Wow, questo sì che è un bel cambiamento dai tempi in cui il Governo ci faceva dare la caccia dalle Sentinelle.- commenta Rogue in contatto radio dall’alto.

 

 

Sul terreno.

 

Dopo l’atterraggio Ciclope e gli altri devono aspettare che il terreno si raffreddi per potersi avvicinare al cratere dove prima sorgevano gli edifici della cosiddetta Struttura.

-Ci avrebbe fatto comodo avere Drake[6] con noi.- borbotta Wolverine.

-Posso provare io a raffreddare il terreno con un po’ di pioggia.- interviene Tempesta atterrando accanto al resto del gruppo.

<<Negativo, Ororo.>> la blocca la Bestia <<Non alterate in alcun modo lo stato dei luoghi o le eventuali prove potrebbero essere compromesse.>>

-Mi sembra di essere in una puntata di C.S.I.- commenta Rogue.

Non resta che attendere. Alla fine gli X-Men raggiungono il luogo dell’esplosione e cominciano l’esplorazione della zona.

-Non mi sembra che ci sia molto da trovare qui.- borbotta Colosso.

-Avresti preferito essere in Russia a  cercare la tua mutante perseguitata, Piotr?-[7] gli chiede Tempesta.

-Conosco i miei doveri verso la squadra, Ororo.- replica Piotr Rasputin -E anche qui si tratta di aiutare qualcuno, tuttavia…-

L’urlo lacerante di Banshee ne annuncia l’arrivo e pochi istanti dopo il mutante irlandese dal costume verde atterra davanti a loro.

-Nulla di nulla.- annuncia sconsolato -Chi ha lanciato quel missile l’ha sicuramente fatto da miglia di distanza.-

-E ha fatto un lavoro fin troppo buono.- commenta Ciclope -Qui non c’è rimasto nulla di utile.-

Solleva quel che sembra il cassone di un computer.

-Sperare di cavar qualcosa da questi rottami temo sia un’impresa disperata.-

<<Tra i miei agenti ce n’è una che coi computer fa miracoli.>> interviene Fury <<Chissà che non ne possa cavare fuori qualcosa comunque.>>

-Io ho un amico che coi computer ci parla letteralmente.-[8] replica Wolverine -E neanche lui saprebbe cavare qualcosa di utile da queste ferraglie.-

<<Sempre ottimista eh, Logan?>>

-Siamo sempre pronti ad accettare ogni aiuto, Fury.- ribatte Ciclope -In fondo siamo tutti dalla stessa parte.-

Improvvisamente nei loro auricolari echeggia la voce di Hank McCoy:

<<Brutte notizie, ragazzi: ho appena scoperto che due dei tizi che compaiono nella lista fornitaci da Val Cooper sono stati uccisi nelle ultime ore. È accaduto in luoghi diversi e le polizie locali non potevano immaginare un collegamento.>>

-Ma noi sì.- commenta Wolverine -Stanno eliminando tutte le prove, testimoni compresi.-

-Dobbiamo sbrigarci a trovarli, allora.- aggiunge Banshee -Non possiamo continuare a farci battere sul tempo.-

<<Ne avete uno non molto lontano: un ex ufficiale dell’Esercito che ora è un pezzo grosso di una compagnia militare privata. Potrebbe essere il prossimo della lista.>>

-Val la pena di provarci.- concorda Ciclope -Come si chiama?-

<<Malcolm Colcord.>>

 

 

In un luogo segreto degli Stati Uniti.

 

Raven Darkholme, meglio nota col nome di Mystica, si affaccia al parapetto che sovrasta la zona  degli hangar dove riposano, in attesa, alcuni aerei

Dunque è questo che ha fatto Magneto da quando è fuggito da Genosha: si è preparato alla guerra e sarà indubbiamente una guerra spietata, come tutte le guerre del resto. Lei ne ha viste molte nella sua lunga vita. Alcune sono scoppiate per nobili motivi, altre per cieca ambizione ma tutte hanno avuto lo stesso esito: sangue e morte.

-Posso farti una domanda?-

A parlare è stata una ragazza coperta quasi interamente da una attillata tuta nera, con una maschera scura che le nasconde il viso fino alla fronte dalla quale spuntano corti e arruffati capelli castani. Il suo nome, o meglio il suo nome di battaglia, è Smoke. Fino a non molto tempo fa, assieme a tre compagni tutti maschi, mutanti come lei, faceva parte di una squadra costretta a fare lavori sporchi per una fazione deviata dei servizi segreti americani. Questo finché Mystica non li ha liberati e resi padroni del loro destino, il che per Smoke significa starle accanto sino alla morte.

Raven le sorride mentre risponde.

-Lo sai che puoi chiedermi tutto ciò che vuoi. Scommetto di sapere cosa vuoi sapere: perché siamo qui?-

Sì e no.- ammette la ragazza -In realtà quello credo di averlo capito: tu e Magneto avete più o meno lo stesso obiettivo: la protezione dei mutanti ma sei davvero convinta che allearti con lui sia la scelta giusta?-

-Lui ha i mezzi ed il potere per fare quel che vogliamo entrambi, mezzi e poteri che io non ho e non avrò mai. Con lui il mio, il nostro sogno può diventare realtà. Quindi sì: ne sono davvero convinta, è stata, è, la scelta giusta.-.

Allora spero che entreremo in azione presto perché non sopporto più quest’attesa.-

Mystica le abbassa la maschera rivelando il volto di una ragazza di appena vent’anni. Le accarezza una guancia con tenerezza e le dice:

-Mia piccola Sandy, presto avrai più azione di quanta ne immagini e spero che non dovrai pentirti delle tue parole di adesso.-

Si china su di lei e la bacia sulle labbra.

-Andiamo.- le dice prendendola per mano -Inutile restare qui.-

 

 

Boston, Massachusetts.

 

Il Blackbird è appena atterrato al Logan[9] International Airport e gli  X-Men ne sono appena  scesi che si fa avanti un gruppo di quelli che di tutta evidenza sono agenti federali. Al comando c’è una donna dai capelli castani tagliati corti che indossa un tailleur gessato scuro.

Mostra un distintivo dorato a forma di scudo e si presenta:

-Vice Direttore del F.B.S.A. Maria Hill. Ho qui le vostre credenziali di agenti speciali temporanei.-

Uno dei suoi uomini apre una cartella e ne estrae dei documenti e dei distintivi dorati a forma di stella a sei punte.

Ne passa una a ciascuno degli X-Men e spiega:

-Con queste siete ufficialmente parte della Divisione S.T.A.R.S. con l’autorità di Agenti Speciali del F.B.S.A. secondo la legge…-

-S.T.A.R.S.?- la interrompe Banshee -Un altro di quegli acronimi per cui il Governo americano è tanto famoso?-

La Hill storce le labbra infastidita per l’interruzione e ribatte:

-Sta per Superhuman Tactical Activities Response Squad. Una squadra di agenti superumani per situazioni che i normali agenti e soprattutto le normali squadre SWAT[10] non sono in grado di affrontare.-

-Non dovrebbe essere: Superhuman Activities Tactical Response Squad?- chiede un perplesso Colosso.

Shadowcat fa una risatina e replica:

-Non farebbe un bell’acronimo, Petey.-

Maria Hill fa un’altra smorfia.

-Noi non ti piacciamo, non è vero, cocca?- afferma Wolverine -Qualcosa contro i mutanti, forse?-

-Qualcosa contro i vigilanti in costume, specie quelli che tendono a prendere la giustizia nelle loro mani e sono insofferenti agli ordini e la disciplina.-

-Ce l’ha con te, temo.- interviene ancora Kitty Pryde.

-Stiamo solo perdendo tempo.- dice Ciclope -Apprezziamo che sia venuta personalmente da Washington Vice Direttrice Hill ma…-

-New York.- precisa la Hill -Ero lì a seguire personalmente alcuni casi.-[11]

-… ma ora dobbiamo pensare a quel Colcord.- continua Scott -È ancora qui a Boston vivo e vegeto, spero.-

-Lo abbiamo messo sotto sorveglianza come gli altri coinvolti nel progetto Arma X. Non sono rimasti in molti, vivi intendo. Dei responsabili parecchi sono morti nel corso degli anni, perlopiù di morte violenta. Altri sono rimasti uccisi una certa notte di parecchi anni fa. Il motivo per cui il progetto fu chiuso, a quanto pare. Nei rapporti non si specifica cosa sia esattamente successo ma le foto fanno pensare all’attacco di una belva o forse un branco, vista la devastazione.-

-Sono stato io.- è il commento cupo di Wolverine.

-Ci dica di Colcord.- interviene Banshee.

-Malcolm Colcord era un ufficiale dell’Esercito americano assegnato al Progetto Arma X. Quella famigerata notte rimase quasi ucciso. Sopravvisse ma rimase orrendamente sfigurato. Si è sottoposto a numerose operazioni di ricostruzione facciale. Alla fine si dimise dall’Esercito per poi fondare una compagnia militare privata: la Blackpool. Dove avesse trovato i finanziamenti non è mai stato chiaro.-

-Glielo chiederemo.- afferma Logan -E farà meglio a rispondere.-

-Andiamo, allora, che aspettiamo?- esclama Laura.

-Tu non vieni.- afferma, categorico, Wolverine.

-Cosa?-

-Ho dovuto accettare che tu venissi con noi ma non porterò una bambina in una missione potenzialmente pericolosa.-

-Non sono una bambina e me la so cavare benissimo.- replica lei sguainando gli artigli, compresi quelli ai piedi.

-Non si discute: resterai con l’Agente Hill.-

-Cosa?- esclama quest’ultima -Non posso fare la baby sitter di questa.. questa…-

-La guardi in questo modo, Hill…- replica Banshee -… sarà un buon allenamento per quando diventerà madre.- poi, a mezza voce, aggiunge -Se mai dovesse avvenire questa disgrazia.-

Mentre si allontanano, Kitty sussurra a Wolverine:

-Io mi sono unita agli X-Men che avevo poco più di 13 anni e tu non hai avuto nulla da ridire.-

Lui la guarda corrucciato e ribatte:

-Zitta!-

Shadowcat sorride.

 

 

Boston, Massachusetts, sede della Blackpool Inc. Ufficio del Presidente.

 

Malcolm Colcord siede alla sua scrivania e riflette. Il giorno che temeva è arrivato, alla fine. I fantasmi del passato sono venuti a presentargli il conto.

Sente  i colpi di arma da fuoco e le grida nel corridoio che poi cessano del tutto.. Ricorda grida simili e il rumore di inutili proiettili in una notte di tanti anni prima. Sarà lui anche stavolta o gli altri sono arrivati prima?

Quando la porta del suo ufficio è abbattuta da un calcio apprende la risposta.

 

 

Boston, Massachusetts, sede della Blackpool Inc. Esterno.

 

Gli X-Men sostano davanti al portone d’ingresso di una palazzina di sei piani in stile coloniale..

-Non mi piace.- sentenzia Banshee -Troppo silenzio. Dove sono gli agenti di cui parlava la Hill?-

-Sento odore di morte.- afferma Wolverine - Io vado dentro.-

Senza esitare varca il portone. Sospirando Ciclope fa segno di seguirlo.

Lo spettacolo che si presenta agli occhi degli X-Men è inequivocabile: la hall è a soqquadro, uomini in abito scuro sono a terra sventrati. Le armi accanto a loro testimoniano una resistenza tanto cruenta quanto inutile.

Wolverine annusa l’aria.

-È passato da poco.- dice quasi tra sé -Ed è ancora qui.-

Con un balzo si precipita verso le scale senza aspettare i suoi compagni. Percorre di corsa le poche rampe fino a giungere al piano giusto. Il suo percorso è segnato da una scia di cadaveri, muti testimoni di una battaglia cruenta e sanguinosa quanto quella nell’atrio.

Da oltre  una porta sfondata ode provenire un gemito.

Si precipita all’interno e vede un uomo di cui non riesca a vedere il volto sovrastato da una figura imponente, che gli volta le spalle, quella di un uomo che conosce bene e che sperava di non incontrare proprio oggi.

L’uomo si  volta verso di lui sfoderando un sorriso crudele.

-Salve, pivello. Speravo proprio che arrivassi prima della fine della festa.- dice  Sabretooth.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

            Non molto da dire, tutto sommato.

1)    Si chiariscono alcuni dettagli dell’origine di X-23 versione  MIT ed altri se ne aggiungeranno, forse, nel prossimo episodio.

2)    Lois  London è la sorellastra materna di Alison Blaire, alias Dazzler. È stata creata da Danny Fingeroth & Frank Springer su Dazzler #20 datato dicembre 1982. Come Dazzler è una mutante ed ha il potere di distruggere la materia organica ed inorganica, una sorta di tocco della morte.

3)    Robin Vega è stata creata da Howard Mackie & John Romita Jr. su Spider Man Vol. 1° #82 datato agosto 1997.

4)    Melody Jacobs, alias Threnody, è stata creata da Fabian Nicieza & Richard Bennett su X-Men #27 datato dicembre 1993..

5)    Xorn Kuan-Yin è un personaggio creato da Grant Morrison & Frank Quitely su New X-Men Annual 2001. È un mutante cinese.

6)    Malcolm Colcord è un personaggio creato da Frank Tieri & Sean Chen su Wolverine Vol. 2° #160 datato marzo 2001. La nostra versione differisce un po’ da quella Marvel USA. Quanto? Non vi resta che seguirci per scoprirlo.

7)     Quest’episodio si svolge pressoché in parallelo agli eventi del n. 35 della serie sorella Gli Incredibili X-Men dove avvengono cose che influenzeranno anche i nostri personaggi.

            Nel prossimo episodio: se vi è mancata l’azione finora, ne avrete anche troppa. Wolverine contro Sabretooth, altri nemici, segreti svelati e molto altro ancora.

 

 

Carlo



[1] Banshee ha scoperto solo pochi anni fa di avere una figlia, Theresa Maeve Cassidy. Alias Syrin, che gli era stata tenuta nascosta.

[2] La spietata killer giapponese mandata a recuperare X-23 in Gli Incredibili X-Men #33.

[3] Dopo la devastazione compiuta da Quentin Quire in Young X-Men MIT #8.

[4] Negli episodi #37 e 38.

[5] Vedi Lethal Honey #16/19.

[6] Bobby Drake alias l’Uomo Ghiaccio, membro dell’altra squadra di X-Men attualmente in missione in Italia come si può vedere su Gli Incredibili X-Men #35.

[7] Vedi Gli Incredibili X-Men #34/35.

[8] Madison Jeffries di Alpha Flight, ovviamente.

[9] Ebbene sì, proprio così si chiama l’aeroporto di  Boston.

[10] Special Weapons And Tactics, le squadre di pronto intervento in situazioni d’emergenza delle forze dell’ordine americane.

[11] Come sa bene chi segue L’Uomo Ragno e Capitan America.